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La giapponese che fece innamorare i migliori piloti

  • Immagine del redattore: Un appassionato qualunque
    Un appassionato qualunque
  • 23 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 apr 2020

16 campionati, 47 vittorie, 121 podi, 3 campionati costruttori e campionati piloti. Numeri importanti per una casa importante. La Subaru. Una macchina che ha dato tanto al mondo del rally per molti anni dicendo sempre la sua e mettendosi sempre in mostra in qualche modo.

La prima auto schierata dalla scuderia è stata la Legacy RS guidata da Markku Alén ma la prima soddisfazione arrivò nel 1993 con McRae che, i freni, a volte, si dimenticava di averli. La Legacy fu abbandonata nello sgabuzzino in quanto le varie Ford e Toyota avevano messo in campo macchine di un altro livello. I giapponesi, dunque decisero di portare in gara la soprannominata Subaru Impreza "555" guidata da Vatanen, Alén e McRae. Nel 1994 arrivò in squadra Sainz, il quale portò l'Impreza a fare un grandissimo campionato, piazzandosi secondo, dietro a Didier Auriol.

Il campionato del 1995 presentò alcune incomprensioni (chiamiamole così) tra McRae e la squadra. Dopo un bellissimo campionato corso da entrambi i piloti, si arrivò al rally di Catalunya dove successe una cosa mai vista prima.

L'ordine di scuderia era di far vincere Carlos Sainz ma Colin non è certo uno a cui puoi dire di alzare il piede e, come si poteva facilmente immaginare, spinse per vincere.

La scuderia, quindi, si vide costretta a mandare i suoi uomini sul tracciato per cercare di fermare lo scozzese agitandosi in mezzo alla strada ma Colin non ne volle sapere e continuò la sua gara. Il titolo fu vinto da McRae davanti a Sainz il quale passò alla Ford nel campionato successivo. Quell'anno i giapponesi vinsero anche il campionato costruttori grazie alla squalifica della Toyota.

L'Impreza venne sostituita dalla 22B la quale attaccò le strade del mondo dei rally fino al 2000 quando venne sostituita dalla 44S. Non portò molta fortuna alla squadra in quanto, dopo tre campionati costruttori di fila vinti, vide un 1998 davvero difficile con problemi alla macchina.

Il 1999 vede andare via dalla squadra Colin McRae dopo 6 anni di onorato servizio e (a parer mio) non tanti successi quanti se ne sarebbe meritati.

Insieme a lui, lascia anche Piero Liatti il quale si sposta in Seat, non ottenendo i risultati sperati.

Al loro posto salgono Burns e Kankkunen i quali portano la casa al 2° posto.

Il 2000 sembra l'anno giusto per la Subaru che vede un Burns in perfetta forma farsi rubare il titolo da un grande Gronholm, al suo primo campionato svolto per intero.

Il 2001 è l'anno del ritorno ai grandi livelli, a quelli che ci aveva abituato nei primi anni. Richard Burns conquista il suo primo e unico titolo mondiale dopo un avvio di campionato disastroso con molti problemi tecnici. Un finale di campionato rocambolesco con ben 4 possibili vincitori nell'ultima tappa del mondiale. Ma si sa, vince chi va più veloce e rimane in pista e questo è il caso del britannico il quale se lo guadagna semplicemente arrivando al traguardo. McRae, Mäkinen e Sainz si ritirano lasciando strada libera al (se vogliamo chiamarlo così) quarto incomodo.

Per rivedere un campionato piloti vinto da Subaru bisogna andare al 2003 con Solberg, in Subaru dal 2001, che vinse tra mille peripezie e, se volgiamo sbilanciarci un po', anche tanta fortuna.

Negli anni successivi la giapponese non riuscì più ad agguantare, né il titolo mondiale piloti, né quello costruttori. La crisi si protrae fino al 2008 quando la casa giapponese decise di ritirarsi, lasciando sicuramente un piccolo vuoto.

Di certo non era facile stare a combattere per le posizioni di metà classifica conoscendo la storia di questa scuderia.

Questa macchina è stata guidata dai migliori piloti del mondo ma tutti gli appassionati, pensando alla Subaru, penseranno a Colin McRae ma, di questo, magari, ne parleremo un'altra volta.


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Image by Harley-Davidson

Mi piacciono i motori e mi piace dire quello che penso.

Sono un ragazzo di 24 anni e ho questa voglia di dire sempre quello che penso, molto schiettamente. Poi ho anche una passione motoristica molto forte. Infine, ho deciso di mettere insieme queste due cose.

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